Il sindaco di Valvasone Arzene confermato presidente dell’Assemblea dei Comuni friulanofoni. Nel direttivo entra anche Martignacco. All’Assemblea presente anche la Regione con Roberti e Zanin

L’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana, riunita in assise a Udine a Palazzo Belgrado, ha riconfermato presidente il sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair. A deciderlo sono stati i rappresentanti dei 138 Comuni aderenti. Insieme a Maurmair, confermato quasi per intero anche il Direttivo, composto da Daniele Sergon (sindaco di Capriva del Friuli), Ornella Comuzzo (assessore di Tavagnacco) e Alessandra Vanone (assessore di Tricesimo). Lascia invece il suo posto di vicepresidente Alessandro Marangoni (sindaco di Artegna e presidente della Comunità Montana del Gemonese): a sostituirlo è stato scelto Gianluca Casali, sindaco di Martignacco.

Un riconoscimento della validità della gestione del triennio 2019-2022, caratterizzato dalla capacità di attrarre adesioni: dagli 86 soci fondatori del 2015 è stata una continua crescita fino ai 138 attuali. E in assemblea il presidente ha fatto sapere che sono a uno stadio avanzato i colloqui per l’adesione del Comune di Pordenone, un traguardo che renderebbe l’Assemblea ancora più rappresentativa dell’intera comunità friulana.

All’Assemblea sono intervenuti in rappresentanza della Regione anche il presidente del consiglio Pier Mauro Zanin e l’assessore Pierpaolo Roberti che hanno entrambi sottolineato quanto siano state particolarmente incisive le azioni a sostegno della lingua friulana e del suo impiego nella pubblica comunicazione (in particolare da parte della Rai) e della pubblica amministrazione. Il pressing dell’ACLiF in sinergia con le altre istituzioni, come ha ricordato anche il presidente dell’Arlef Eros Cisilino, ha permesso di far crescere in maniera notevole gli stanziamenti dedicati alla programmazione radio e tv dedicata al friulano nella convenzione per il servizio pubblico radiotelevisivo.

Maurmair ha rilanciato la volontà di un confronto con le realtà delle altre Regioni a statuto speciale dove amministrazione e lingue si aiutano a vicenda (Val d’Aosta e Trentino Alto-Adige in primis). Continuerà anche l’opera di pressione sulle istituzioni scolastiche, affinché vengano rispettate e attuate le norme previste nelle aree a minoranza linguistica (in questo caso il friulano), che consentono di abbassare fino a 10 il numero minimo di allievi necessari alla formazione delle classi. Ciò permetterebbe di tenere aperti interi plessi destinati alla chiusura, ma tale deroga spesso non viene nemmeno richiesta dagli istituti scolastici.

Nella seduta si è parlato anche delle future iniziative, tra cui in particolare quelle che coinvolgeranno i Consigli comunali dei ragazzi, per stimolare gli amministratori di domani a conoscere di più la loro terra.